Intervista a Sergio Battelli
Da parlamentare a imprenditore dell’ospitalità, la sua singolarità è soprattutto la capacità di rappresentare un pensiero e battere sul tempo la concorrenza (potenziale) in maniera empatica e senza veli.
Sergio Battelli, quarantenne genovese e host di successo, racconta ai nostri microfoni il suo progetto di divulgazione e condivide alcuni aneddoti dell’esperienza turistica: “Vita da host è un progetto inusuale, nato sui social e che da subito ha offerto spunti di riflessione e indicazioni pratiche per chi naviga (o vuole entrare) nel meraviglioso mondo dell’accoglienza”, dice.
“In Italia non esiste ancora un unico luogo – fisico o virtuale – in cui trovare tutte le informazioni utili per fare il nostro lavoro. La frammentazione è ancora un problema gigantesco da superare, ed è in questo scenario che è nato il progetto Vita da host: un profilo social con cui fornire consigli smart che poi è cresciuto in maniera impressionante in poco tempo”.
Il profilo Instagram è nato un paio di anni fa ed è seguito attivamente da una platea di 50mila followers.. Qual è la marcia in più?
Riuscire a stare sul pezzo e dare subito l’informazione alle persone. L’engagement (il coinvolgimento, nda) è molto alto perché sono sempre attento alle novità e sono forse il più veloce a fornire indicazioni utili. Ma oltre al profilo social esiste anche un sito, studiato di notte ad hoc per le esigenze. Sulla home page infatti, da subito puoi orientarti, in base a chi sei e di cosa hai bisogno: entri, evolvi ed espandi. Per l’utente, cioè, è facile orientarsi. In fondo, le persone cercano semplicità e attualità: quello che vale a Milano non vale a Genova o a Napoli.. L’Italia è un ecosistema capillare: esistono miliardi di sfaccettature.
Sergio, ma come riesci a essere sempre sul pezzo?
Sono un host informato e visto che le notizie sono utili per me le condivido con la community. Questo crea una forte relazione perché è autentica. Uso il mezzo social e ho creato anche un podcast. Ma non sono un santone che ti dice cosa fare, sono il portavoce di una comunità. Vita da host è questo: un concetto di gruppo in cui le persone si scambiano informazioni, fanno massa critica. Io, con la mia esperienza di host provo a dare la mia visione.
Qual è la visione?
Regole e rispetto, flusso di informazioni e attenzione al mercato. Declinato, in altre parole, in 3 punti: informare, supportare e connettere. Alla base c’è la correttezza nella condivisione senza interpretazioni dei media; le nuove generazioni sono molto attente all’ospitalità e le persone partecipano attivamente perché sono seriamente interessate al tema.
Ma come fai a conciliare la tua vita da host con la divulgazione?
Lavoro moltissimo, ma mi piace moltissimo. Dalle 11 alle 14 chiudo tutto, nel senso che non rispondo a nessuno e non accetto richieste di informazioni e/o consulenze telefoniche. Mi dedico alla mia casa: faccio le pulizie e stiro, prima di tutto. La tecnologia mi consente di creare un RSS di news (un formato che permette agli utenti di ricevere aggiornamenti automatici da siti web, come notizie e articoli, senza doverli visitare continuamente, nda) e grazie a questo il mio sito è costantemente aggiornato. Ma non finisce qui. Ho creato anche Host Market, una rete di scambio per il settore extralberghiero dove si incontrano i bisogni della community e le opportunità economiche. Una bachecona specializzata utilissima perché converte.
A ottobre è uscito il manuale sulle FAQ degli affitti brevi e in vendita su Amazon. C’è altro che bolle in pentola?
Sì, assolutamente! Ma niente spoiler. Il lancio è previsto per il giorno di natale, il 25 dicembre.



