Il turismo dei cammini: in Italia boom di richieste

Migliaia e migliaia di chilometri di cammini: in Italia, già da qualche anno, cresce la richiesta di un turismo lento e immerso nella natura. Nel 2023, infatti, secondo quanto riportato dall’editore ‘Terre di mezzo’, leader nelle pubblicazioni di settore, le credenziali (il cosiddetto passaporto dei pellegrini), consegnate ai camminatori dai Cammini italiani, per la prima volta, hanno superato quota 100mila, crescendo del 25% rispetto all’anno precedente (quando la cifra aveva superato di poco le 81mila). L’Istat stima che in Italia il turismo dei cammini – tra il 2019 e il 2023 – sia cresciuto del 15% e che 25milioni di persone, almeno una volta l’anno, pratichi il trekking. 

Le origini dei cammini e l’evoluzione storica

Le origini dei cammini risalgono prevalentemente alle esigenze storiche di collegamento tra un borgo e l’altro e di relazioni e scambi commerciali. Ma i cammini sono anche connessi storicamente ai pellegrinaggi religiosi. In ogni caso, i cammini – o le vie dei cammini – rappresentano il modus vivendi di un’epoca che non aveva conosciuto la rivoluzione industriale e l’invenzione del motore a scoppio. Il genius loci italiano aveva studiato strade agevoli, sicure e percorribili che da valle conducevano a piedi su pendii e borghi in altura, oppure segnavano il percorso sui crinali delle montagne. L’evoluzione storica ha consentito di immaginare e progettare diverse tipologie di cammini a tema. Cammini d’Italia, infatti, propone quelli a tema spirituale, storico, coast to coast, naturalistico e montano. 

Il turismo lento è un’opportunità per l’Italia 

Secondo quanto riportato da ‘Terre di mezzo’, poi, il 31% dei camminatori intervistati, dopo aver scoperto l’esperienza del cammino, non può più farne a meno; il 44% è un camminatore costante e ne fa almeno uno all’anno; ma il dato interessante per l’Italia è che il 72% dei camminatori ha scelto un percorso lungo lo stivale. Tra le motivazioni top c’è senz’altro il benessere mentale ed emotivo, il contatto con la natura e la conoscenza dei borghi e del territorio. Se il 32% fa un cammino per motivi spirituali, solo il 9% lo fa per risparmiare (e questo dato indica chiaramente la tendenza a viaggiare per fare esperienze). 

In questo scenario, un altro dato da non trascurare, è la scelta in solitaria: sono il 31% dei camminatori. Tre persone su dieci, quindi, viaggiano da sole. Questo significa anche ricerca interiore ma pure – dall’altro lato – sicurezza dei luoghi. Infatti, a tal proposito (facendo riferimento ai dati di ‘Terre di mezzo’), da non trascurare è la scelta della sistemazione: il 44% sceglie l’ospitalità extralberghiera (tra b&b e ospitalità diffusa); il 30% sceglie l’ostello; solo il 13% sceglie l’albergo o l’agriturismo e il 9% la sistemazione religiosa. Il 4% sceglie la tenda. L’indotto dei cammini avrebbe prodotto dunque, circa 1milione e 350mila pernottamenti. 

Il caso di ‘Smart walking’ 

Che la pandemia ci abbia consegnato un nuovo modo di lavorare da remoto, è ormai noto. Ciò che ancora l’Italia fa ancora fatica ad adeguare sono le modalità formali con cui gestire il popolo dei nomadi digitali. C’è un popolo di persone, infatti, che ha scelto di lavorare lontano dagli spazi tradizionali degli uffici o delle città, e di puntare su località di periferia o quartieri più silenziosi. Tra queste persone c’è Davide Fiz, che da qualche anno – proprio a seguito della pandemia – ha deciso di ottimizzare lavoro da remoto, attività fisica e benessere mentale e ha fondato il progetto ‘Smart walking’. La giornata è divisa tra cammino al mattino e attività professionale nel pomeriggio. 

La voce degli esperti

Durante l’edizione 2024 del Vivere di Turismo Festival, proprio Davide Fiz ha spiegato come riesce a organizzare le sue giornate e le tappe dei suoi cammini.

Foto accanto ai testi blog vdtf

“La mattina faccio 4-5 ore di cammino, una tappa. Quando arrivo a destinazione, che normalmente è un paese, un borgo italiano (spesso dell’entroterra), tiro fuori dal mio zaino il laptop e comincio a lavorare. Sono un sales manager, lavoro per due aziende e lo sto facendo in giro per l’Italia. Ho fatto circa 10mila chilometri a piedi in giro per i cammini d’Italia”. 

“La mattina faccio 4-5 ore di cammino, una tappa. Quando arrivo a destinazione, che normalmente è un paese, un borgo italiano (spesso dell’entroterra), tiro fuori dal mio zaino il laptop e comincio a lavorare. Sono un sales manager, lavoro per due aziende e lo sto facendo in giro per l’Italia. Ho fatto circa 10mila chilometri a piedi in giro per i cammini d’Italia”. 

Conosci nel video Davide Fiz e scopri cosa pensa del Vivere di Turismo Festival.

In conclusione: il turismo dei cammini è un trend in crescita e offre molte opportunità a chi fa ospitalità. Un futuro di relazioni e di accoglienza basata sull’esperienza autentica.

Conosci nel video Davide Fiz e scopri cosa pensa del Vivere di Turismo Festival.

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