“Il paese più bello del mondo” è un romanzo distopico che ci mette di fronte a interrogativi urgenti: cosa accadrebbe se la cultura italiana, anziché essere un bene comune da vivere, venisse trasformata in un parco a tema da consumare?
Che valore resterebbe alla memoria storica se diventasse soltanto spettacolo per turisti? E fino a che punto la tecnologia, tra controllo e resistenza digitale, può decidere le sorti della libertà?
Attraverso una Venezia ricostruita come set permanente e un’Italia che si piega al turismo di massa fino a diventarne prigioniera, Luca Zorloni ci avverte dei rischi di un futuro in cui identità, diritti e partecipazione civica si dissolvono dietro il mito del “bel paese”.
Un romanzo che non solo intrattiene, ma scuote, invitandoci a riflettere sul rapporto tra turismo e potere, sull’importanza della memoria e sul coraggio necessario per immaginare un’Italia diversa.